sono le 23.22 di una bellissima serata messicana. Un leggero venticello accompagna le note della colonna sonora di “the big chill” che arrivano dal nostro nuovo appartamento. sono sotto la palappa e mi godo la quiete e il rumore della notte. è la prima serata che passiamo qui…nell’appartamento abbiamo solo il letto e la cucina, lo stereo, i cd, i libri, alcune riviste, … e ci siamo noi due. siamo in messico.
la cordialità delle persone ci ha accolto anche in questo luogo. è come se, arrivati in questa terra tutti si sentissero in dovere di compartire, di non chiudersi in casa dietro delle tende. qui si vive fuori, con gli altri.. non avendo ancora il tavolo , fino a sabato..speriamo... abbiamo cenato nell’area comune a bordo piscina… con noi c’erano un irlandese , una signora francese entrambi naturalizzati canadesi, una coppia di loro amici di Alberta, tutti e quattro in vacanza per un mese in messico..è la loro ultima notte..sono dispiaciuti di dover rientrare. ci parlano del messico, della sua gente. sicuramente ci ritroneranno!
ad amalgamare il gruppo c’era Orazio. un portoghese naturalizzato canadese che vive a playa dal 2003 con la sua compagna del chiapas e uno splendido bambino di 4 anni; Adolfo. una babele di lingue e sfumature..ma ci siamo capiti lo stesso!!!!
Mi viene in mente Pino Cacucci che in Forfora, credo, o Camminando, disse che non abbiamo bisogno di allontanarci tanto da casa per ascoltate storie incredibili. Basta ascoltare la persona che ti siede accanto. Questa sera è andata proprio così.
Orazio è un uomo di 54 anni rimasto vedovo, con dei figli ormai grandi che vivono la loro vita, pieno di vita e con la voglia di raccontare e raccontarsi.
A pelle non può che piacerti; amabile, allegro e di gran cuore.
In un viaggio in Chiapas in una baracca senza bagno, senza tavolo senza nulla vide una donna e un bambino che mangiavano con le mani sopra ad un pavimento di terra… si fermò, iniziò a parlale, anche se il suo spagnolo è ancora molto contaminato dal portoghese e s’innamorò della loro semplicità e dal loro non chiedere nulla. Ha una foto di quei giorni. tutti e tre seduti per terra intorno ad un fuoco; la cucina. Adolfo e la madre guardano in camera con degli occhi grandi e profondi… non c’è luce in quella foto!
Oggi vivono in questo condominio e la vivacità e l’allegria di Adolfo contagiano chiunque lo veda. E’ un bellissimo bambino ma che non parla…ha quattro anni ed emette suoni, sillabe non articolate… ma ride e non si stanca mai!
Il gruppo dopo un caffè italiano (grazie ad una macchinetta importata dal canada ma made in italy), un cognac, varie grappe si saluta e va a dormire… i canadesi domani rientrano a casa. Noi cominciamo da qui.
Nessun commento:
Posta un commento
"non condivido la tua idea ma darei la vita perchè tu possa esprimerla"Voltaire