domenica 4 ottobre 2009

7 agosto - 4 octubre

tantissimo tempo. tantissime cose e soprattutto tantissime emozioni. il tempo per scrivere non l'ho trovato..o forse non l'ho cercato. non che non avessi cose da dire... ma a volte scriverlo...non è così facile. musica di sottofondo "nocturnes" di Chopin suonata dal maestro Pollini.
devo ammettere che un po ho anche avuto paura di rimettermi seduta, davanti allo schermo e raccogliere le idee. eccolo qui. il blocco. da dove partire. cosa dire per primo...c'è un ordine per raccontarsi? sicuramente la cosa più importante è che sono felice. che sto bene e che giovanni mi manca. perchè in tutto questo tempo lui è stato qui ma poi è rientrato in italia. tutti sono rientrati; mio padre, alice e andrea la cri. e giovanni. mercoledì partirà anche la stefi. definitivamente. torna a casa. ma questa è decisamente un altra storia.
vivere in messico sta significando, riconsiderare la questione tempo. i giorni, le settimane, sono "periodi" che hanno acquisito un significato diverso. credo più pieno, vissuto. sentito. dire arrivederci ad una persona alla quale vuoi bene ha un significato più vero. quell'arrivederci ti rimane dentro. perchè non è più una questione di giorni, di settimane. non puoi svegliarti la mattina e decidere di prendere la macchina, o un treno per rivedere che ami.... un abbraccio adesso ha più calore. lo riesco a dare. adesso riesco anche ad abbracciare. io?? sarà che in messico ci si abbraccia per salutarsi, ma non di sfuggita, sfiorandosi... ci si tocca...ci si sente... atteggiamento per me alquanto sconosciuto e sopraqttutto difficile da mettere in pratica!!! dove ero rimasta? ah si alle partenze. a chi è andato via, a chi se ne sta andando, ma anche a chi è arrivato, di chi è entrato di nuovo nella mia vita. e a questo devo dedicare del tempo a parte. l'hotel è stato chiuso. SBAM! la decisione non è arrivata all'improvviso ma è stata scelta e ragionata. solo adesso mi chiedo se sia stato facile. credevo di no. ho pensato che potessi avere dei rimorsi... rimpianti si, per le decisioni non prese prima al momento giusto. ma rimorsi no! (ciao Cacucci ;-) ma oggi a distanza di 2 mesi non sento più nulla. è come se fosse avvenuto in un altro tempo. in un altro posto. perchè la sensazione di playa ovattata e sonnolenta che ho sentito in tutti quei mesi di hotel in playacar è stata spazzata via dopo una settimana di lavanderia spidy gonzales. perchè adesso abbiamo una lavanderia. e un motorino. e l'aria in faccia e il sorriso addosso. e mi ha cambiato la vita playense. mi è cambiata la visione che stavo avendo del mio trasferimento in messico, di quello che ne sarebbe stato. ho iniziato a conoscere e a scoprire playa del carmen. fino ad oggi solamente sfiorata e ascoltata da lontano. oggi pienamente vissuta. W MEXICO!!!

venerdì 7 agosto 2009

commento ad un mio post di stefano p.


è sempre difficile dare risposte razionali e cose che non lo sono.

cosa ci porta a non affrontare una storia e a rimanere soli?
un po’ come chiedere perché ci fa paura il buio o ad alcuni la solitudine o ad altri l’età o ad altri i fantasmi… 
ci sono e ci saranno sempre dei motivi, a volte molto profondi, e che derivano dalla nostra educazione, dai valori trasmessi, dal conflitto tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.
ognuno cresce nella vita, o meglio, qualcuno cresce di più di altri. qualcuno crede che le risposte siano tutte dentro di noi, altri lo credono ma pensano che da soli non riusciranno a tirarle fuori.
la relazione con gli altri è prima di tutto una relazione con se stessi. gli altri non sono altro che il nostro specchio e quindi se non siamo sereni non abbiamo relazioni serene, salvo relazioni superficiali che, prima o poi, si incastreranno.
se una persona è in conflitto, e quindi vuole stare con qualcuno ma non ci riesce, forse è perché cerca dei modelli che non gli appartengono e deve ancora trovare i suoi.
le relazioni servono anche a trovare l’equilibrio. una donna molto importante per me mi sta facendo capire come l’equilibrio sia la cosa fondamentale, l’armonia, l’accettazione.
è un percorso difficile tanto più siamo ricettivi e quindi anche condizionati dai modelli che i nostri genitori ci hanno trasmesso. ma lo è anche perché alcuni di noi, me compreso, non hanno imparato ad ascoltarsi e a sentire i propri desideri.
ecco allora che si inseguono modelli e fantasmi, gli stessi che ci vengono a trovare nei sogni e che ci fanno paura.
la conoscenza profonda, perseguita con vari metodi è l’unica strada, lo yoga, l’analisi, veleggiare da soli nell’oceano, ecc…
e allora proprio dietro un’onda si aprirà un universo e chi non ci crede non scoprirà la verità.

venerdì 31 luglio 2009


quando la felicità ci viene incontro non è mai vestita come pensavamo. spesso ci passa accanto silenziosa e non sappiamo riconoscerla.

Romano Battaglia, Un cuore pulito

mercoledì 29 luglio 2009

i misteri delle relazioni

quando la vita ti mette di fronte a scelte difficili a situazioni che fai fatica a comprendere..quando forse tutte le tue forze stanno per finire ti rendi conto della fortuna che hai ad avere un compagno intelligente. forte, solido. la vita con giovanni e' una continua scoperta e conferma della fortuna che ho avuto ad incontrarlo. passano gli anni (ormai 8 mamma mia!!!) e il nostro rapporto si fortifica sempre di piu'. e' come se, invece di annoiarci, di abituarci l'uno all'altra scopriamo ogni volta qualcosa di nuovo che ci unisce e che ci fa dire; ne sta valendo la pena!!! mi chiedo spesso cosa fa in modo che una storia continui e l'altra no. quali sono i meccanismi che portano due persone adulte a decidere di viversi a vicenda e altre invece a decidere di smettere. palando per luoghi comuni sappiamo tutti che per mandare avanti una relazione ci vuole, impegno, entusiasmo, onesta', passione... tante belle parole che per molti non hanno portato a nulla. ho diversi amici intelligenti, belli, con un lavoro solido, indipendenti, ironici, chi piu' che meno.., ma che fanno fatica a continuare un qualcosa che si possa definire relazione. cosa succede tra persone adulte e intelligenti a preferire a rimanere soli piuttosto che impegnarsi in un qualcosa di serio e di esclusivo? passata la voglia, per chi ce l'ha mai avuta, della famiglia a tutti i costi, dei figli per completamento del quadretto idilliaco... perche' non si riesce ad andare oltre? cosa c'e di tanto difficile nel guardarsi negli occhi e parlare? che paura ci puo' essere nel dire vorrei questo, mi piace quello...
vedo ancora molti uomini oltre i 40 alla ricerca della compagna giovane dal fisico perfetto e che, soprattutto, sappia stare al proprio posto senza intralciare la vita gia' complicata del 40enne in questione. e vedo donne, deluse dalla faticosa ricerca dell'uomo sempre attento e passionale che le faccia sentire uniche ed esclusive!!! abbiamo veramente bisogno di questo? spesso mi sono detta: e se finisse con giovanni? sono cosi' difficile, complicata, lunatica, priva di pazienza... esistera' da qualche parte qualcuno che avra' la sua pazienza e la sua lucidita' nel vedere oltre l'attimo di isterismo?? e' davvero cosi' complicato guardarsi veramente?
da diversi anni continuo la mia relazione ricordandomi una frase che mi ha detto un amica: e' talmente difficile incontrarsi, che stare dietro ad inutili puntigli non porta assolutamente a nulla. sembrera' banale ma giorno per giorno continuo cosi'. e allora le scelte non ti pesano. i rimpianti non sai cosa sono e il piatto della bilancia rimarra' sempre in bilico tra il dare e l'avere in un equilibrio che non bisogna mai dare per scontato...

domenica 26 luglio 2009

tutti pazzi per il fabuloso

parlo poco della mia passione per i detersivi. non so da dove derivi e sinceramente neanche mi va tanto di indagare. da sempre, da quando sono uscita da casa di mamma', non mi sono mai mancati detersivi di qualsiasi genere, marca, profumo e colore. non sono mai stata una maniaca dell'ordine e della pulizia. mi ritengo una persona che vive bene nel suo ordinato disordine. che si deve imporre di mettere a soqquadro l'appartamento per le pulizie di primavera o post viaggio...quasi piu' per far ordine e pulizia nella propria mente che nella propria casa. eppure una parte nascosta di me e' attratta e compra detersivi. non e' raro che si possa udire l'eco nel mio frigorifero ma mai negli armadietti sotto la cucina o sotto il lavandino in bagno. luoghi sacri dove vanno ad ammonticchiarsi ogni genere di prodotto.
il mio preferito e' decisamente il detersivo con lo spruzzino. meglio se multiuso!!! secondo a salire sul podio e' il detersivo senza risciacquo per i pavimenti. aroma preferito: limone. da quando mi sono traferita in messico ho scoperto l'enorme amore per il popolo maya per il fabuloso. ebbene si. la psicosi che pensavo personale qui e' estesa all'intera popolazione. ma non per la categoria in genera ma, nello specifico, ad un unico prodotto: il fabuloso. non scherzo!!!
quando ero piccola mi ricordo che si diceva rimmel per parlare del mascara delle ciglia. o si diceva sony per parlare dell'ormani defunto walkman (hay che ricordi meravigliosi con la cassetta registrata dalla radio!!!!!) prima dell'ondata di ogni bendiddio di prodotti per il make-up e degli insopportabili e minuscoli Mp3 i pionieri davano il nome alla categoria. oggi, nel 2009, nella riviera maya se parli di detersivo parli di fabuloso. non hai scelta.
la mania qui pero' va oltre perche' puoi comprare un prodotto alternativo. ma niente da fare le señores storceranno sempre il naso e ti diranno che este producto no limpia bien, sirve el fabuloso.
aprendo l'hotel e potendo sfogare la mia passione ho comprato per testare diverse categorie aromatiche; limone, pino (e qui posso capire la diffidenza; il pino non lo avranno neanche mai visto!)fiori vari.. ma non sono riuscita a convertire la araceli. e cosi nel magazzino la tristezza del monomarca prede il sopravvento sulla diversita' del multibrands!!!!!

giovedì 23 luglio 2009


ho commesso un errore. mi sono seduto al tavolino di un bar all’aperto alle sei del pomeriggio, e ho chiesto un bicchiere d’acqua: perché avevo sete, perché era caldo e perché mi piace l’acqua (anche il vino, ma sopra i trentacinque gradi all’ombra no). dopo qualche minuto, una specie di noemi smagrita mi ha portato un vassoio lungo mezzo metro con sopra: patatine, sedano, carota, arachidi, tartine al formaggio, melone, anguria, ciliegie, cipolline e salse varie. c’era anche la mia acqua, però tonica e con scorza di limone. otto euro, grazie. prego. ma io volevo l’acqua. e’ di quello che abbiamo bisogno.

mercoledì 22 luglio 2009

in abiti eleganti, incravattati o sportivi passiamo la nostra esistenza a correre. verso cosa? credo che saperlo sarebbe almeno una consolazione. ed, invece, non lo sappiamo; certo, pensiamo di saperlo e questo è sufficiente ad innescare il meccanismo a ripetizione, come trottole impazzite. abbiamo perso l’interesse per il sole, per il silenzio, per la paura; abbiamo perso la gioia. perché se ci fermassimo, scopriremmo che non sappiamo davvero dove andare o che non vogliamo più correre. e quella pace, all’improvviso, produrrebbe un rumore assordante in noi. e così continuiamo a correre, a rispettare le scadenze, ad alienarci nei libri, nella professione, a sentirci senza tempo da perdere. 
il punto è: si può davvero perdere il tempo? credo che, al più, si possa mal impiegarlo.
e' vero, ciascuno è libero di decidere cosa è male e cosa non lo è e, dunque, come riempire adeguatamente le proprie giornate. quello che propongo non è, quindi, di rivedere radicalmente i propri valori o le scelte. la sfida che lancio è di fermarsi, di interrompere lo stato di inerte movimento in cui versiamo. 
e di chiederci: perché sto correndo? dove sto correndo? e' una scelta coraggiosa e, vi avviso, probabilmente dolorosa; perché scoperchiare il proprio vaso di Pandora è difficilmente senza conseguenze. superato però lo stato di malessere che inizialmente percepiremo, arriverà la gioia. non istantaneamente, però: qualunque cammino, qualunque catarsi, richiedono del tempo, ma quello, in fondo, sappiamo che non manca. 
e' per questo che la sfida è rivoluzionaria, perché non solo vi chiedo di fermarvi, ma anche di sprecare alcuni istanti del vostro prezioso tempo. come se in realtà fosse nostro! accettata anche questa provocazione, scoprirete di aver trascurato, per chissà quanto, la parte più vera di voi: l’anima. cercatela, a lungo se necessario; quando inizierete a risentirla, la mente tornerà ai giochi dell’infanzia, ai segreti con gli amici, al primo bacio. 
tornerete all’essenza del vostro io, alla semplicità dei momenti in cui non pensavate minimamente a correre (o, peggio, a scappare), dove ciò che contava era Qui ed Ora. trovare questa meravigliosa parte di voi, che giace in un piccolo angolo, così pura, così al riparo dal resto, così vostra, sarà la miglior ricompensa alla corsa, “alle coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.” (cfr. tratto da “Ho sceso dandoti il braccio” di Eugenio Montale). come il poeta, anche il mio viaggio dura tuttora; badate, ho parlato di viaggio, non di corsa: neanche io so a cosa approderò, quando e con chi, però ho maturato, ormai, la consapevolezza che ci si può fermare senza che il mondo crolli, senza penalità nella gara. anzi, ci si deve fermare e richiudere nel proprio io. quanto troverete nel silenzio, nelle domande profonde, in voi, sarà una tappa del viaggio. “Viaggio verso l’anima” di Mariangela La Pastina www.rivistahydepark.com

sabato 18 luglio 2009

arrivi e partenze..riflessioni

mi ripeto con la consapevolezza di farlo... 
tantissime cose succedono che non riesco a fermare su carta..ops..sul web!!! dopo la partenza di alice e dennis ci sono stati una serie di arrivi; la stefi, mio padre, la cri e oggi arrivano alice ed andrea... in un momento in bilico per l'hotel abbiamo al nostro fianco degli affetti importanti... ho letto adesso il commento di giovanni. come si dice: non e' per darti sempre ragione..ma cavoli: sono completamente d'accordo con te!! 
la nostra forza e' quella di credere che il mondo sia sempre milgiore di come a volte ci si presenta e di come l'essere umano lo vuole plasmare. credere nei progetti, nell'entusiasmo, guardare le persone ed ascoltarle, chiunque esse siano e' ancora un atto importante e raro in una societa' sempre piu' razzista e arrabbiata!!! abbiamo trovato la nostra terra, la nostra gente e qui volgiamo stare. non ci interessano i fronzoli e le parole. vogliamo ascoltare il rumore della natura e guardare l'azzurro del cielo e del mare...
in un paese ricco di opportunita', ucciso suo malgrado da scelte internazionali che purtroppo ci obbligano a scelte forzate. faccio cosi' fatica a scrivere...troppe cose affollano la mia mente...
decido di vivere il presente poiche’ il passato e’ troppo fitto e mi impedirebbe di pensare al futuro. questi giorni sono troppo articolati per essere raccontati, nessun bilancio da tirare e talvolta le riserve sono scarse. respirare, nutrirsi, amare, combattere, sognare, reagire, fare sesso, ottimizzare tempo, delirare, piangere, ridere, vivere...
non si passa indenni attraverso l’ammissione del proprio dolore. non si passa indenni attraverso i corridoi del proprio passato, delle scelte forzate, delle strade sbagliate, delle canzoni mai cantate,
o peggio, interrotte proprio quando sentivi che la tua voce avrebbe potuto tentare quella nota alta, irraggiungibile, estrema.

domenica 12 luglio 2009

conosco vite della cui mancanzanon soffrirei affatto, di altre invece ogni attimo di assenzami sembrerebbe eterno. sono scarse di numero, queste ultime, appena due in tutto, le prime molto di più di un orizzonte di moscerini. Emily Dickinson

l'evoluzione delle cose...

siamo ormai a luglio....e la situazione in riviera non e' per niente milgiorata. 
le notizie che continuano ad arrivare dagli operaori del turismo internazionali sono pessime e la concorrenza deille grosse catene sta uccidendo la gia' difficile sopravvivenza dei piccoli alberghi in playa. giovanni e' arrivato e la situazione che ha trovato non l'ha certo reso felice..... averlo qui per me e' semplicemente stupendo ma le difficolta' sono evidenti..per tutti.
le consolazioni del "mal comune mezzo gaudio" in questo caso servono veramente a poco. noi stiamo lavorando al massimo delle nostre potenzialita', promozione continua, contatti... gli ospiti che abbiamo avuto (pochi vacanzieri) tornano ogni settimana ma questo non permette certo una pianificazione. 
siamo preoccupati si...ma di cose belle e di belle persone ne stiamo incontrando e non e' mai stato il messico o i messicani a deluderci fino ad oggi!! il mio compleanno e' passato, e i miei 38 anni sono stati festeggiati (grazie cri per le magnifiche foto..vedi sopra)in modo piacevole e sereno con amici qui in hotel... in quella settimana abbiamo avuto il piacere di avere con noi come ospiti 2 ragazzi italiani molto speciali; Alice e Dennis. sono stati con noi a brindare, siamo andati al mare insieme e abbiamo parlato tanto con loro..e' veramente bello sapere che ci sono ragazzi giovani cosi'!! persone con dei valori, delle cose da dire, dei pensieri e pieni di curiosita'... lo so ,sto facendo un discorso da "nonnetta" ma mi accorgo sempre piu' che molte cose non sono cosi' scontate come crediamo. e che ritrovarsi, palare e conoscersi non e' piacere di molti. 
molte cose, molti eventi scappano via con troppa velocita'..senza avere il tempo di fermarsi e riconoscere la bellezza che c'e' nell'altro..e quante cose ci sono sempre da scoprire e da imparare...
ho tantissime cose da raccontare che non so da dove iniziare...
ho lasciato passare troppo tempo...
una importante.
mio papa' e' tronato in messico e si fermera' fino a settembre. per la prima volta in 38 anni mi ha parlato come ad una persona, e non come ad una figlia. abbiamo fatto dei bei passi avanti insieme il mese che e' stato qui..e sono sicura che ne faremo altri. ha detto che per la prima volta ha visto chi sono e che ha imparato a conoscermi. ha detto che non mi conosceva. 
sono felice. mi ha stupita. dopo molti hanni ha saputo stupirmi veramente. mi ha detto che dopo la mia lettera che gli ho nascosto nello zaino quando rientrava in italia, e' come se gli fosse scattato un click.. e che ha provato piu' volte a prendere carta e penna per scrivermi...in 66 anni non l'aveva mai fatto. non ha mai scritto a nessuno. nemmeno una cartolina. questo e' mio papà.
essere padri e figli non e' mai semplice. non sono madre, ma sono figlia.
ho da 8 anni il privilegio di far parte della famiglia di giovanni e alice... guardare le dinamiche da un altro punto di vista mi ha iautata molto. giovanni e' un grande esempio. e alice e' una ragazza intelligente.
siamo sempre legati a "formalita'" che crediamo assodate ma che non devono essere tali...
credo che, diventando adulti, non dovremmo mai scordare che prima di tutto siamo persone e poi genitori o figli ... credo che il passo piu' grande e' avere la consapevolezza che hai di fronte un essere umano diverso da te. 
una persona con un passato, un vissuto differente. non importa se di 20 o 60 anni. ognuno ha il suo trascorso. ognuno ha dei desideri e delle necessita' che possono non essere esattamente le tue ma non per questo lo fanno essere diverso da te... quante cose, troppe diamo per scontate... e invece non dovremmo mai smettere di guardarci!!! mi accorgo sempre di piu' rileggendomi o facendo attenzione a quello che sottolineo nei libri che la mia attenzione in questa fase della mia vita, la mia ricerca, sta andando in una direzione che sembra disegnata per terra. sto seguento una sola linea...

venerdì 3 luglio 2009

eddie vedder "society" into the wild soundtrack

Per me è un mistero abbiamo un'avidità con la quale abbiamo accettato di convivere pensi di dover volere più di quello di cui hai bisogno finchè non hai tutto non sarai libero società, sei una razza folle spero che tu non sia sola senza di me quando vuoi più di quello che hai, pensi di averne bisogno quando pensi più di quello che vuoi, i tuoi pensieri cominciano a sanguinare penso di dover trovare un posto più grande perchè quando hai più di quello che pensi, hai bisogno di più spazio società, sei una razza folle spero che tu non sia sola, senza di me società, pazza e profonda spero che tu non sia sola, senza di me ci sono quelli che pensano, più o meno, ma il meno è di più ma se il meno è di più, come fai a mantenere il punteggio? significa che per ogni punto che fai scendi di livello è un pò come cominciare dalla cima non puoi farlo... società, sei una razza folle spero che tu non sia sola, senza di me società, pazza e profonda spero che tu non sia sola, senza di me società, abbi pietà di me spero che tu non ti arrabbierai se non sono d'accordo società, pazza e profonda spero che tu non sia sola, senza di me

mercoledì 24 giugno 2009


amo la serenita' in ogni suo istante...in ogni suo essere, amo la serenita' dell'anima... i suoi silenzi... le sue immagini. amo cio che e' passione... il suo travolgimento... la sua furia nel rapire la gente. amo la mia famiglia, e le persone che ho intorno. amo l'utilita', la solidarieta', la compassione. adoro come in questo momento sentirmi il cuore pieno di gioia e riuscire a catturare questo momento come fosse profumo... incapsularlo nella mia mente ed aprire quella scatolina ogni volta che voglio sentirmi solleticare l'anima da quel profumo... quell'amore...
quelle immagini... seduti spalla a spalla in una splendida serata di luglio 18 anni fa. C.A.

la realtà ha una coerenza, illogica ma effettiva

mamma mia. sono felice. in questi giorni ho ritrovato persone, amici.. ricordi, emozioni, idee... stefania oggi mi ha detto che non si chiamano coincidenze... pero' io penso; se non tornavo in messico non mi sarei mai (MAI) messa in facebook...e ho "ritrovato" belle sensazioni. una su tutte ancora mi lascia confusa. la verità è che si vedono e si sentono e si toccano così tante cose...è come se ci portassimo dentro un vecchio narratore che per tutto il tempo continua a raccontarci una storia mai finita e ricca di mille particolari. Lui racconta, non smette mai, e quella è vita. sono felice di averti ancora con me.

domenica 21 giugno 2009

"Le case sono il nostro specchio, il posto creativo. La casa deve cambiare come cambia la tua vita e se cambi casa ti porti dietro qualcosa di quella precedente"
ho sempre cambiato casa. sono sempre stata abbastanza nomade e casa per me ha sempre significato un qualcosa di più spirituale che materiale. 
la casa è quella che sento come valori degli affetti. me la sono sempre portate dentro. ognuno di noi ha la sua casa. il prorpio luogo dell'anima. stamattina leggevo la mail di una amica che per diversi motivi deve cambiare casa. lasciare la casa dove è cresciuta e dove si è sviluppata tutta la sua vita di donna e di madre. sento la sua paura, la sua tristezza ma sento anche che quel cambiamento sarà sicuramente l'inizio di qualcosa di nuovo e decisamente bello.
so perfettamente cosa si prova a chiudere tutta la tua vita dentro delgi scatoloni e spostarli. 
decidere se ci sono cose da tenere o da buttare. oggetti che hanno avuto un senso e un significato per quel posto, per quelle mura..da un altra parte non avrebbero più lo stesso significato...è una pulizia mentale. un riclassificare e ordinare dei ricordi. scoprirne di dimenticati e capire che altre sensazioni sono definitivamente passate. chiuse. che la tua vita oggi. in quel preciso momento ha un altro scopo.
nei momenti più tormentati della mia vita, quando ho sognato casa, sognavo l'appartamento in via valsesia. vedevo la tappezzeria a fiori arancioni della cucina. il lungo corridoio, la sala grande... quando sogno casa credo di sognare un periodo. tutto è grande e luminoso in quei sogni. in quei sogni io ancora vedevo con gli occhi di quando ero bambina.. quando ancora stavo in cameretta con mio fratello. quando avevamo il gatto... un luogo protetto. dove ancora tutto mi sembrava facile. dove anora il futuro era ancora qualcosa di molto astratto. non ho mai sognato le altre case dove sono stata. non ho mai sognato la casa dove sono nata in piazza melozzo da forlì, la prima casa dove sono andata a vivere con la francesca in via bramante, la casa di londra o l'appartamento di via borgonuovo. la casa di sergio. ho sognato a lungo il messico... e qui ho deciso di vivere.
non ho mai sognato neanche la casa di mia madre. la casa di corbetta.
ognuno di questi luoghi ha segnato profondamente un mio cambiamento interiore. la casa a londra ha segnato il mio punto di partenza. la consapevolezza che ero pronta per iniziare una vita indipendente. fuori dalla protezione, involontariamente castrante, delle mura paterne... successivamente altre svolte sono identificabili con le case dove sono stata... ho girato l'angolo diverse volte nella mia vita. ho chiuso e riaperto diversi scatoloni. e ogni volta ne lasciavo uno del passato per portarmene dietro altri di nuovi... altri vuoti da riempire.
chiudere la casa di corbetta non è stato assulutamente facile. la decisione di venderla è stata molto, molto sofferta. solo adesso penso che ho iniziato ad arrabbiarmi con mio padre quando ha deciso di venderla. anche se capivo perfettamente le sue ragioni e sentivo il suo dolore nel vivere in quel posto, forse non l'ho mai accettato fino in fondo. 
in quella casa io ritornavo figlia. potevo farmi coccolare e tornare a chiedere aiuto. era la casa dove nel week end andavo a svuotarmi la mente. a ricaricarmi. dove mi sdraiavo sul divano con i piedi in grembo a mia madre mentre lavorava a maglia e dove guardavamo stupidissimi telefilm. dove trovavo il pranzo pronto, e i vestiti stirati. la routine noiosa e frustrante di ogni luogo domestico. era casa. la casa che lei ha sognato per tutta un vita e che si è pagata con la pensione fino alla sua morte. era la sua casa. forse non la mia e non quella di mio padre.
il cartello vendesi fuori dal cancello era per me come uno sfregio ad un'opera d'arte. delle visite degli acquirenti ricordo i piedi, le caviglie. non li ho mai guardati in faccia. rimanevo bloccata nell'ingresso senza portarli a visionare le camere, il primo piano, la taverna... erano intrusi. estranei. quasi non volessi che la trovassero interessante. poi un giorno è arrivata una coppia giovane con dei figli. ho visto i loro volti, i loro occhi. ho sentito la loro energia. avevano trovato la loro casa. sono entrati discreti, chiedendomi permesso. adesso vivono ancora li.

martedì 16 giugno 2009


C'è il silenzio del cielo prima del temporale,
delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera, di quelli che si amano, della nostra anima, poi c'è il silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato. Romano Battaglia;Un cuore pulito 
e' la prima volta che mi piace cosi' la pioggia. che l'aspetto. che guardo il cielo domandandomi quale sara' la nuvola che la portera'. ne ha bisogno la terra che da mesi chiede di essere bagnata. ne ha bisogno il mare che deve essere raffreddato... sono felice che ci sia. mi fa pensare..mi fa venire voglia di scrivere.

prima ho camminato sotto la pioggia. volevo sentirla addosso. volevo sentire il suo tocco...mi piaceva la sensazione che provavo. qui e' tutto cosi' naturale. sono pochi che accellerano il passo per non bagnarsi. e' un'evento naturale. atteso. e' come il giorno e la notte. qualcosa che arriva.
e' pioggia.

velocità


venerdi' sono andata finalmetnte all'immigrazione per mettere le impronte sul'FM3 da questa settimana sono ufficialmente in regola con il permesso di soggiorno. ma ci sara' la bossi-fini anche qui nel caribe? credo di no. certi deficenti siamo bravi a tenerceli in italia. ho approfittato della mattinata per andare a fare un sopraluogo nella zona hotelera e vedere se mi ero prorio scordata di come si fa shopping!!! 
niente da fare. certe cose no si dimenticano. e' un po' come andare in bicicletta; una volta imparato, monti sul sellino e vai!!! tutto era perfetto, ero in anticipo sulla tabella di marcia che avevo previsto. all'immigrazione sono stati molto veloci. 

anche in una confusione incredibile, in un ababele di lingue e colori, tutto si e' svolto rapidamente e senza intoppi. l'impiegata era solo poco convinta che il mio nome fosse cosi' corto. lara galli? nada mas?? ma i ma in una storia ci sono sempre in una storia che si rispetti e gli imprevisti non possono mai mancare. ebbene si, sono stata fermata dalla polizia. viaggiavo tranquillissima ammirando il paesaggio, lunare, della zona hotelera, criticando mentalmente albergoni a forma di piramide, mega ristoranti sulla laguna, shopping-mal come a miami, ma decisamente piu' commerciali..quando ad un certo punto mi si affianca un motociclista. tonta e soprattutto assorta com'ero nel mio pensiero maligno ho pensato al solito turista lumacone. quindi neanche lo degno di uno sguardo...intravedo una presenza con la coda dell'occhio ma non mi giro. e allora il mio bel fusto in divisa mi fa un cenno, ampio, con il braccio e mi risveglio dal torpore..sono le 12.00 ed inizia a fare decisamente troppo caldo. il tutore dell'ordine insiste che sono passata con il rosso pieno. io?? 
con il rosso pieno? impossibile. tuttal'piu' con un timido segnale di giallo... si toglie gli occhiali e con curiosita' mi chiede quante volte sono stata fermata dalla polizia da quando sono in messico. ma come si permette?? lo guardo con occhio beota ( e non mi e' difficile)e gli comunico che mai, mai mi hanno fermato per un'infrazione. nemmeno in italia!! 
il muchacho non e' molto convinto. finita la mia sceneggiata da donna fragile e timorosa YMCA inizia ad elencarmi di come loro si prendono cura del turista, soprattutto nella zona hotelera,, quasi fosse una specie in via d'estinzione (ed in effetti con i tempi che corrono qui in riviera maya...forse non aveva tutti i torti!!!) che bisogna andare pianissimo, che potevo investire un'americana... e magari mi facevo male io visto la stazza tipica dei simpaticissimi gringos.. 
bla, bla, bla,..aspettavo che arrivasse al dunque. fa un giro intorno alla macchina, si togli gli occhiali da sole, rigorosamente a specchio (lo giuro!), li infila nel taschino, e mi chiede cosa possiamo fare per sistemare la faccenda. 
a me lo chiede? il poliziotto e' lui..non so mi dica cosa si fa in queste situazioni..abbozzo...lui impettito si irrigidisce e stipefatto mi dice: signorina questa e' corruzione?!?! ma allora vuoi rovinarmi proprio la giornata. ce l'ahi con me? ma mi ha vista in faccia? (forse e' per quello!!)il finale si conosce no?? la soluzione si trova sempre. certo che con quei 300 pesos potevo comprarmi un'altro paio di ciabattine alla Isla!!!

giovedì 11 giugno 2009

".. quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro al schiena, fregatene.
ricordatene.
devi fregartene.
tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita...non sono quelli gli errori...
quella è vita...

e la vita vera magari è proprio quella che si spacca,quella vita su cento che alla fine si spacca...
io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro....le sue piccole tristi biglie infrangibili...
e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo...
sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino...
ci si vede dentro tanta di quella roba...
é una cosa che ti mette l'allegria addosso...
non smetterla mai...
e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita, a modo suo...
meravigliosa vita".
Alessandro Baricco "Castelli di Rabbia"

La realtà ha una coerenza, illogica ma effettiva. A. Baricco "Castelli di Rabbia"

i lavori continuano al maya pakal. ci sono dei giorni che mi viene da paragonarlo alla fabbrica del duomo. poi alzo gli occhi al cielo e mi accorgo che i colori sono decisamente diversi e le guglie proprio non le vedo.
nemmeno all'orizzonte.
ogni giorno, imparo qualcosa di nuovo.
cose che in tutta la mia vita ho sempre ignorato e non ho mai voluto neanche sapere. ma qui e' diverso. e non mi dispiace.
stargli dietro, guardare al lavoro idraulici, carpentieri ed elettricisti mi fa apprezzare di piu' tutto quello che sto passando. mi dimentico del poco sonno. della poca liberta' che mi sto prendendo, le incazzature e gli sfoghi via skype con giovanni.. ma diventano sempre piu' mie queste mura. questi corridoi.
deve andare bene. tutto questo deve avere un senso.
oggi ho saputo che l'oms ha alzato illello di allerta del virus A/H1N1. livello 6 pandemia a livello mondiale.
non ho parole.
io non ho mai creduto alla sfiga in quanto tale. io credo al momento. all'attimo ma soprattutto credo nell'agire. nel muoversi e nel fare. ma se tu corri e qualcuno ti tiene per la cintura? che fare? difficile. ci sono diverse ipotesi.diverse opinioni. ma resta il fatto che da un emergenza sanitaria si e' arrivati ad una crisi economica enorme. e se qui a playa del carmen nelle settimane di panico generale dove guardavamo la televisone con occhi increduli e leggevamo le notizie senza capire bene cosa stesse succedendo fuori da qui ...non avvertivamo il pericolo e gli allarmi che ci arrivavano dal resto del mondo, playa stava ancora sorridendom si usciva e nella 5av cera lo stesso via vai di turisti e in alcuni locali facevi faticca a trovare posto per mangiare adesso sentiamo e percepiamo la crisi e il disastro che sta vivendo un intero paese. 
perche' come sempre l'indotto e' una palla di neve che cade dalla montagna ed aumenta di diametro metro per metro... la crisi la percepisci dalle strade vuote, dai grandi alberghi che fanno tariffe incredibili ma soprattutto dalla gente che incontri e ti chiede se ahi bisogno di una cameriera, di qualcuno per la manutenzione. e allora dobbiamo andare avanti perche' come insegnano i messicani disperarsi non serve a nulla. allora ci si sveglia ogni mattina, magari con la schiena un po' ammaccata e gli occhi gonfi per il poco dormire ma con la consapevolezza che quello che si sta facendo ha un senso. 
dobbiamo continuare a revisionare il nostro piccolo pezzo di nuova vita, aggiungergli un tappo, tagliare un tubo e comprare un nuovo tassello perche' questo e' quello che abbiamo deciso di fare. e siamo abbastanza testardi!
"I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di stare dietro ad un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo questo è davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno solo non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante".A.B.

mercoledì 10 giugno 2009


Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo.

La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso.
La creatività nasce dall'ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E‘ nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi errori alla crisi, violenta il proprio talento e rispetta più i problemi che le soluzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza.
Lo sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. E‘ nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro! L'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Albert Einstein (1879-1955)

martedì 9 giugno 2009

PLAYA MAMITA..e anche questo e' mexico!


lo so, lo so ci sono posti che uno non dovrebbe frequentare, soprattutto a pranzo, sotto il sole e con sonno arretrato!!! ma se ti vengono a prendere ti obbligano ad allontanarti dal lavoro e insistono per offrirti il pranzo cosa devi fare? rifiutare?
...non mi sembra prorpio carino!
eh cosi' ho accettato l'invito.
mi sono ritrovata al playa mamita, per chi non lo conoscesse e' quel lembo di spiaggia bianchissima in playa del carmen dove si fanno le feste piu' fashion e dove E! entertainment gira quelle puntate cretine di naked wild on.. dove scatenate ragazzine e maschi piu' "maturi" americani e latini si ubriacano come pazzi e non vedono l'ora di far vedere le tette o altre parti generalmente private del corpo a chiunque!!! ovviamente poi si tromba in allegrie senza ricordarsi con chi e con quanti!!!
la fauna e' decisamente eterogenea in termini di eta' ed estrazione sociale ma omologata nell'appararire.l'essere unti, e senza nessun tipo di pelo, e' d'obbligo.
non fa fashion!

non mancano micro bikini e hombres con costumi bianchi attillati.
sara' fashion? le tette super rifatte e le unghie con 7 strati di strass differenti riflettono i raggi del sole che oggi, devo ammeterlo, risplende magnificamente.
unghie e tette rifatte le trovo assolutamente demode'...ma capirai , c'e' chi ci arriva prima e chi non riesce ad imparare dagli errori degli altri...
i frequentatori sono tutti super fashion o pseudo tali!!!!! il cappello da cowboy qui non esce mai di scena. diciamo che e' come una kelly di hermes. va bene per ogni occasione!
siamo sempre in centro america. viva!
il secchio con ghiaccio e svariate bottiglie e' un must come gli occhiali over size e assolutamente griffati made in italy. riusciremo mai ad esportare cultura? ma soprattutto ne faciamo ancora?
benche' playa stia vivendo la sua stagione turistica piu' nera della storia (l'occupazione media del periodo oggi e' al 20%...minimo storico della riviera maya che generalmente in questa data sfiora il 75%) alle ore 13.00 abbiamo fatto fatica a trovare un lettino per sdraiarci.
lettino..il piu' piccolo e' un matrimoniale...per noi europei una piazza e mezzo!!!

ovviamente uno per uno. vorrai mica stare stretto. siamo al mamitas che diamine!
!
la musica ..unz..unz..unz... fa da sottofondo ipnotico disturbando un mare incredibilmete azzurro e un lettino decisamente comodo!!!
ho portato un libro ma non rieso neanche a finire una pagina che ci arriva il vino bianco offerto da un pompatissimo muchacho!!!!
ecco che cosa erano quelle occhiate...non era per il mio onestissimo topless (lo so, anche il topless e' demode' ma non posso mica sempre essere al top) ma per il libro!!! sono l'unica nel raggio di mezzo kilometro, estensione della parte privata del mamitas che sta leggendo un libro...o che sta leggendo solamente. di scritto qui c'e' solo il menu'! che tra le altre cose poi, si fanno elencare e non lo degnano di uno sguardo!
a stomaco vuoto e con 35 gradi sotto l'ombrellone mi sembra un perfetto inizio per uan pausa pranzo!!!!
addio self-service affollati!! addio panino mangiato sulla panchina del parco sempione o dei giardinetti di via dei giardini (pero' faceva chic nel quadrialtero!!!), addio ticket restaurant ( e chi li ha mai avuti!!!).
qui se sei una mujer sola. sei spesata e coccolata. il vicino si preoccupa del bere; limonata frozen per tutti dove mi aggiunge il vino biancho cileno precedentemente ordinato...come faccio a dirgli che mi sembra un pochino un pasticcio...mischiarlo.... il pesce fresco arriva 10 minuti dopo con nachos e diverse salsine!!! ahi que rico!!!!
'ansia meneghina pero' inizia a fare capolino per avvisarmi che sono le 14.30 e che, se voglio farmi una doccia, devo alzare il mio adorato sederino dal divano matrimonial, mettere in bocca l'ultimo nacho e salutare con garbo!!! prendo il portafoglio e mi accingo a dare la mia parte!
per il mio accompagnatore e' una questione di orgoglio! il fatto di avermi portata lui e non potermi accompagnare a casa non lo rende tranquillo no, no te preocupe, verdad, llamo un taxi y en un ratito soy en playacar bofonchio nel mio spagnolo...maccheseimatta!??!! io chiamarmi un taxi? mi rimettette seduta. chiama un mesero gli piazza dei soldi in mano e nell'orecchio gli sussurra qualcosa...
si desculpa otra vez per lasciarmi ritornare da sola, ma forse dice, e' riuscito a vendere un pezzo del mio terreno al macho unto e depilato. il mesero mi accompagna al taxi, paga il taxi. si parte.
e si ricomincia a lavorare!
e anche questo e' mexico!

lunedì 8 giugno 2009

ci sono dei giorni che mi sembra che tutto si incastara alla perfezione. che forse il lavoro che si fa...di notte, di giorno, parlando, parlando, andando in giro incontrando gente, parlando anche con i sassi..forse ha un riscontro. e forse arriva ad un certo punto e prende forma. le mie giornate ormai sono lunghissime. mi sembra di aver bisogno di altre ore diurne e altre notturne. due giorni in uno, per stringere i tempi.
diurne perche' gli appuntamenti negli uffici e con le persone sembra non si riescano mai a fare nella stessa mattina o nello stesso pomeriggio. notturne per avere il tempo di cercare di mettere in ordine le idee, gli appunti, i contatti e rispondere. inviare inviti, chiedere informazioni...rompere le balle agli amici via mail e su facebook... tenere al corrente giovnni di tutto ed intempo reale mi riesci difficile ormai. devo scremare le informazioni piu' urgenti e le altre verranno da se... ho bisogno di vederlo. di averlo al mio fianco. mi manca moltissimo. conto i giorni.
oggi ho portanto la nostra macchina alla vulcanizadora el pavo... aveva un sassolino nella scarpa...un clavo nella llanta adelantera derecha..povera... ho fatto le foto con il telefonino all'officina...un mito..ahi se riuscissi a scaricare le foto...ma come si fa?
per la settima volta sono ritornata nella sede di cablemas per far collegare questa benedetta televisione... chissa'! dopo che mi e' stao richiesto il pizzo da chiunque, vnditore, capo area, tecnico, responsabile di reparto... forse, ma forse, riesco a farmi fare l'allaccio normalmente..senza pagare nessuno...ci riusciro'???
il maya pakal e' su tripadvisor e su viagginrete-it...oggi altri 2 contatti che sembrano buoni. con il gruppo modelo, quello della birra corona e con alcune agenzie sparse per il paese...
10 minuti fa sono ritornati dei miei clienti affezionati!!! che bello: miei clienti affezionati! sono una coppia di puebla che fanno i rappresentanti di ascensori...ed e' gia' la 4 volta che tornano...buon segno no??? ore 00.08 e allora adesso vado a letto nella mitica 101.
notte amici.

domenica 7 giugno 2009

È domenica. Sono quasi le 10 del mattino e l’aria è fresca. Sembrava venisse a piovere. Un nuvolone scuro e tanto atteso ci è passato sopra andandosene senza lasciare traccia. Adesso il sole splende ancora. Da qualche parte starà piovendo. Le domeniche sono giornate particolari. Sono in albergo tutto il giorno da sola perché è il giorno di riposo di Fernando e Araceli. La domenica è una giornata molto tranquilla. Poche macchine. Pochi rumori. Playacar è più silenziosa del solito. tutti stanno con le famiglie. o sono in spiaggia. l'attività che senti durante la settimana oggi scopare. non ci sono i fornitori che girano, non ci sono gli operai delle case in costruzione...tutto scorre ancora più lento del solito. L’albergo non è ancora pieno e mi chiedo quando lo sarà. Spero che questa crisi, questa paura del mondo dell’influenza passi subito. Il nostro sogno purtroppo non dipende solo da noi ma dalla presenza di estranei… È più di due mesi che sono arrivata e mi sembra di essere qui da anni. Quante cose sono successe. Le giornate sono più lunghe e le cose che imparo e conosco si accavallano velocemente. Venerdì è partito anche mio padre. mi manca la sua presenza. adesso sono veramente sola.ieri nel rientrare a cas per prendere il cambio e portarmi delle cose da mangiare ho sentito il suo odore. mi ha fatto strano pensare che ero in quella casa senza qualcuno. Niente Giovanni, niente Cristian e Monica… Questo ultimo mese è stato abbastanza duro. L’apertura di un hotel, la sua continua revisione, il suo continuo stargli dietro… tutte cose nuove in un paese nuovo e con una lingua che non è la mia. Ogni giorno viene fuori qualcosa. Questa mattina mi sono svegliata e per la prima volta da quando sono in hotel mi sono accorta che ho dormito per 7 ore. senza interruzione. Niente temporali. Nessun rumore strano. Nessun nuovo arrivo…purtroppo. Mi piace molto stare qui. In hotel. Venerdì sera con Giovanni abbiamo discusso via skype per delle cose che dobbiamo sistemare con il vecchio proprietario… è peggio di una riunione di condominio… la lotta è più difficile. Speriamo di trovare un accordo. Almeno a metà strada. Ci sto mettendo molto qui dentro. Con gli occhi chiusi riconosco i rumori che il maya pakal mi porta. So quale porta si apre. Quale si chiude. Sento scorrere l’acqua che va fino in terrazza per riempire le cisterne… mi muovo come all’interno della mia casa di sempre. Sto imparando a conoscere ogni collegamento elettrico ed idraulico. So dove devo mettere le mani se un ripetitore del modem wi-fi si interrompe. Controllare, aprire e chiudere valvole dell’acqua. Contatori e pannelli di controllo. Ci sono ancora parecchie cose da fare, da sistemare… ma sento che ce la possiamo fare. Con Araceli e Fernando sono stata fortunata. Lei è una ragazza molto in gamba. Sorridente, precisa e puntuale. Non ho bisogno di dirle niente. Arriva e fa. È propositiva e ha sempre una parola gentile per tutti. Fernando è dolce. È un ragazzone messicano di 28 anni che combatte con il suo essere latino e la consapevolezza che la donna con la quale ha deciso di stare, tedesca e molto più grande di lui, ha una visione della coppia che non è abituato a vedere. la libertà di Gabi, il suo essere indipendente e consapevole di quello che è e che può fare ogni tanto lo disorienta. E’ serio ed onesto e ci tiene moltissimo che il Maya Pakal cominci a lavorare bene. Sono tranquilla quando è solo in reception ma non riesco ad allontanarmi dall’albergo se proprio non è necessario. Se non ho un appuntamento in città o devo andare a comprare qualcosa… sono sempre stata così. Ma qui devo imparare a mollare un pochino. Ieri Jorge mi è passato a prendere per portarmi fuori dal perimetro della Plaza. Mi ha portato a mangiare in spiaggia al Playa Mamita. Il mare era stupendo. Di un azzurro intenso e limpido. La spiaggia bianca e pulitissima. Abbiamo mangiato cheviche (vedi riquadro a sinistra) e bevuto una bottiglia di vino bianco cileno. A noi si sono aggiunti due amici. Alle 3.00pm dovevo rientrare. Pranzo offerto, mi ha fatto accompagnare al taxi da un cameriere e mi ha pagato la corsa fino a destinazione. È stato carinissimo. Un signore. Sapendo molto bene la sua situazione finanziaria. Ero quasi imbarazzata e impacciata ad accettare da lui queste cose. Ma sembrava più una questione di orgoglio latino: qui siamo in messico. E tu sei una donna. Sono io in difetto che non ti riaccompagno a casa. Si può solo accettare!!

giovedì 4 giugno 2009

non importa quante volte cadi. quello che conta e' la velocita' con cui ti rimetti in piedi

la giornata sta finendo..sono le 23.26 e alla radio ascolto l'oroscopo del 5 giugno su radio capital...
oggi e' stata giornata molto difficile vorrei che fosse gia' domani con una lucidita' migliore e con delle decisioni gia' prese. ma purtroppo non e' cosi'.
la sensazione che sto provando e' molto strana.
quello che piu' mi fa arrabbiare e' incontrare persone che parlano sempre dall'alto del piedistallo dorato che si sono costruite e che, onestamente vedono solo loro.
piu' che un piedistallo io sotto i piedi di quelle persone vedo uno sgabello di legno sgangherato.
i sapienti, coloro che tutto sanno e che volgiono dispensare ai piu' i loro saggi consigli mi hanno sempre dato un certo prurito. purtroppo queste persone esistono in ogni parte del mondo..ma ancora una volta, per quanto mi riguarda, provengono sempre dal caro vecchio continente!
questa notte non dormiro'.
clienti che sono usciti e faranno tardi.
pensieri.
la partenza di mio padre.
ha deciso di rientrare a milano.
in questi giorni sto leggendo diverse cose.
3 libri contemporaneamente. un saggio.
l'ultimo libro di Calabresi.
il saggio di scalfari e un libro che mi ha lsciato monica sulla vita starordinaria di una donna africana...dopo controllo titolo ed edizione...
tutti parlano del coraggio di ricominciare.
della decisione che ad un certo momento della tua vita devi prendere per non soccombere.
per non cadere nell'oblio.
il suo libro parla di storie americane e dell'attitudine che ha quel popolo di reinventarsi, di rimettersi in gioco.
e poi c'e' l'africa.
quella nera.
quella degli stati che non sappiamo trovare sulle cartine.
dove ancora, ogni giorno accadono atrocita' e che i media occidentali fanno finta di non vedere... in quel continente abbandonato, c'e' la storia di una donna meravilgliosa tenace e infinitamente dolce che diventa la madre di 20.000 bambini scampati dall'orrore del macete, degli stupri, della violenza dell'uomo sull'uomo.
leggendo le loro storie, alla fine di giornate difficili e combattute come posso dirmi esausta.
come posso dirmi che cosi' non si puo'...
non importa quante volti cadi. quello che conta e' la velocita' con cui ti rimetti in piedi.

il sito è lento...

...ma stiamo arrivando...

domenica 31 maggio 2009

chamula e i suoi spiriti

Sabado 19 aprile
sono ritornata. ieri ho chiesto a raul come potevo incontrare un curandero. mi sveglio prestissimo e vado nella via dove partono i collettivi. sono le 8 del mattino e arrivo a chamula che è praticamente deserta.
quasi con una sorta di timore ed incertezza entro nella chiesa, nel tempio..non so come chiamarlo, dove mi si presenteranno di lì a poco, visioni a dir poco incredibili per una cittadina milanese che vive nella globalizzazione mondiale.
quello che provo è forte ed intenso. in questa chiesa non si viene solo per ricevere ma si viene anche per dare. dare qualcosa di se.
la verità.
il tuo sentire.
io sono ritornata per questo. non sono sicura di esserne capace. vorrei ridare serenità a mio padre. vederlo così mi strazia l'anima. ho cercato tra la piccola folla l'ilote salvador castillano che mi aiuterà in questo piccolo viaggio spirituale. non so bene cosa succederà. è la prima volta in tutta la mia vita che mi siedo davanti ad un dio a chiedere un qualcosa e a parlargli di me...sono tesa.
il pavimento è cosparso di aghi di pino che stanno a rappresentare la fertilità della terra, ed il contatto tra l’uomo e madre natura; candele accese e bottigliette di vetro di coca cola per lo più (ma non mancano fanta e sprite) sono disposte tutte intorno ai fedeli. le persone che affollano questo piccolo pezzo di mondo non chiedono miracoli. vogliono solo capire come poter aiutare i loro cari. o aiutare se stessi.
forse è lo stesso rituale di ogni culto in tutto il mondo... ma qui, adesso mi sembra tutto differente. intere famiglie di persone inginocchiate a terra recitano incomprensibili litanie a bassa voce che, andandosi ad unire, danno corpo ad un mistico brusio di sottofondo che mi accompagnerà nella mente anche una volta uscita da quel posto. a loro non importa che fastidiosi turisti girano intorno stupefatti e che forse ridano un po di loro.
capisco che le litanie non sono preghiere ma veri e propri dialoghi con il santo. talvolta senti discutere. a volte vedi piangere. io vedo tantissima umanità con una serenità nei volti che mi fa pensare. sarò mai in grado di trasmettere questo con il mio viso? intorno alle pareti statue di santi di ogni tipo e provenienza, (oltre all’immancabile icona della vergine del guadalupe, presente in ogni angolo del Messico) ai quali le vengono rivolte le preghiere della gente. ogni famiglia porta con sè, in un sacco di juta, un gallo o una gallina, a cui verrà tirato il collo alla fine delle preghiere in sacrificio al santo venerato. portano delle candele di molti colori. ogni colore ha un suo significato, del posh, una bevanda che serve per tranquillizzarti e buttare fuori quello che hai dentro..qualcuno offre al santo delle uova, simbolo della vita.
l'ilote è un'ometto piccolino, con una gilet di pelliccia di pecora, con i denti non proprio curati e la pelle scavata dal sole e dal tempo e le dita piccolette e tozze. potrebbe avere qualsiasi età. mi guarda. ci inginocchiamo uno di fianco all'altra. non parla lo spagnolo (daltronde neanche io) ma capisco che mi chiede cosa voglio, cosa cerco. panico. alzo gli occhi verso i santi che ci circondano. sono seduta di fianco a santa marta. sorrido. la guardo e la saluto con la parte più interna di me. non l'ho cercata. mi sono girata ed era li. coincidenza? non lo so.
in questa chiesa ti devi scegliere un santo e dialogare con lui da solo o attraverso un ilote. davanti ad ogni immagine sacra c'è uno specchio per permetterti di guardarti dentro. una sorta di introspezione con te stesso. senza mentirti. sei tu con il santo o chiunque esso sia per te.
tutti i culti sono permessi a chamula. sacro e profano.
questa notte ho sognato il lavoro, l'italia, il ritorno in italia.. e la mia instabilità si fa sentire. forte. chiara.
prima metre aspettavo, vedevo un ilote impegnato con una madre e una figlia...ho pensato. che ci sto a fare? io che non ho mai creduto in nessun dio, che non sono mai andata neanche da un mago, da una cartomante..che non ho mai fatto neanche un piano astrale...oggi è il mio ultimo giorno domani rientro a casa e devo ancora ritornare a san cristobal. mi siedo per terra, tiro fuori la moleskine e inizio a scrivere.
non mi sono neanche accorta che intorno a me ci sono delle persone che mi guardano incuriosite. qualcuno mi sorride. un ragazzo mi si siede acanto e fissa la mia mano che corre veloce sui fogli. non mi dice niente. osserva con occhi attenti. prima il foglio e poi me. guarda.
dopo un po' prende coraggio e in uno spagnolo stentatissimo mi chiede cosa sto scrivendo. quello che sento. rispondo. mi batte una mano sulla spalla e annuisce con vigore. credo che in questo momento è come se stessi dialogando con i santi che mi circondano. d'altro canto questa è la funzione della chiesa di chamula. trovare la tua strada per il dialogo. mi chiede da dove vengo, ma non credo abbia capito bene. italia proprio non gli dice niente. neanche europa ha effetto su di lui. solo quando dico alemande sorride e capisce che arrivo da molto lontano. più lontano degli stati uniti. sembra apprezzare!
vorrei scrivere tante cose. ho la testa piena di parole e concetti ma la mano è molto più lenta dei miei pensieri. prendo con me degli aghi di pino da terra. non credo sia rubare. ne annuso il profumo. alcuni bambini raschiono la cera della candele consumate da terra e le mettono in un sacchetto. nasceranno delle nuove candele per altri fedeli.
(...) il curandero l'ho incontrato. non so quanto tempo sono stata con lui. ma adesso è la una di pomeriggio. mi sento un po' strana. ma leggera.
mi ha dato delle candele che lui ha disposto in cerchio davanti a san pietro e le abbiamo accese insieme. non so se la scelta di san pietro fosse casuale... non ho avuto il coraggio di chiedere nulla. stavo in silenzio e ascoltavo. me stessa.
lui parlava nella sua lingua, mi sentiva il polso e alla fine guardandomi mi ha splamato il posh su entrambi i palmi delle mani e sui polsi.
mi accingo confusa ad uscire, ma capisco di non aver visto ancora tutto quando scopro anche il significato delle bottiglie di coca cola a terra. mi accorgo che la gente dopo aver pregato e sacrificato qualche gallina, beve la bibita gassata che ha davanti a sè e dopo pochi istanti rutta fragorosamente. il rito, mi hanno spiegato, è utilizzato per estirpare peccati ed allontanare spiriti maligni dalla propria anima. una volta bevevano il posh. una bevanda fatta di erbe leggermente gasata. oggi è più conveniente comprare la coca cola.
oggi in Messico la coca cola è più venduta dell’acqua (ed anche più economica) e nel tempo si è andata a sostituire in questo stranissimo rito ad un’antica bevanda alcolica locale dal colore scuro e dal sapore forte.
suggestionata dal posto e dai rituali quasi non mi accorgo che la sacralità del luogo è continuamente violata da alcuni indios che alternano una chiaccherata al cellulare ad una preghiera. la globalizzazione e le grandi multinazionali sono arrivate fin qui: coca cola per incenso e cellulari che annientano il rispetto di qualsiasi Dio.

l'uomo è il sole e la donna è la luna. chi è più coraggioso? la donna. perchè la luna esce di notte

venerdì 18 aprile
sto scrivendo random.
devo ancora mettere in ordine il viaggio e le emozioni. mi sembra di essere in giro da giorni...ma sono sole poche ore che sono in chiapas. so che ci tronerò. troppe cose le ho solo sfiorate. tante parole questa parte di messico mi deve ancora sussurare... la selva lacandona, il canyon del sumidero, i molti pueblos che circondano queste incredibili montagne. oggi ho avuto un emozione molto intensa all'interno della cattedrale di chamula...come se fossi entrata in contatto con la parte più vulnerabile di me.
mi sono lasciata andare, istintivamente...domani ci tornerò. con più calma.
san juan de chamula è nel cuore del Chiapas a 2.300 mt di altezza. è lo stato del rivoluzionario subcomandante Marcos. è un misterioso villaggio dove sacro e profano, riti indigini e globalizzazione si fondono in una mistica miscela dando vita a questo curioso villaggio.
chamula è estesa per circa 100km quadrati ed ha una popolazione di circa 70 mila persone. non si direbbe a guardarla dall'alto. una grande piazza che si apre davanti all'unica chiesa, un mercato coloratissimo di frutta, verdure e cose stranissime da mangiare. vendono di tutto. è immersa nella campagna dove le case al posto del cemento armato hanno fango secco e canne di bambù e dove il tempo viene ancora misurato con la meridiana. la lingua ufficiale non è lo spagnolo ma un dialetto che trascina con sè ancora i semi dell’antico linguaggio maya, la forma di commercio è il baratto, e leggi e le sue osservanze sono decise dal capo villaggio. e sono particolarissime.
tutto gira introno al numero tre. tre campane, tre chiese, tre cimiteri e tre governatori che si alternano senza elezioni ogni tre anni. niente matrimoni, niente battesimi... a chamula sono permessi tutti i culti.
può sembrare una cittadina tollerante ed aperta ma non è così. sono molto chiusi e difficilmente permettono ad un estraneo di un altro villaggio di trasferirsi o di prendere "moglie" o lavorarci. qui c'è ancora il patriarcato. ma a chamula c'è una storiella che dice che l'uomo è il sole e la donna è la luna. allora chi è più coraggioso? la donna. perchè la luna esce di notte.
la terra è della comunità. tutti mangiano e tutti hanno qualcosa da barattare. la comunità, per la comunità è permissima ma guai a rubare o violentare una donna (meno male) a me sembra un posto democratico.
scendendo dalla macchina il primo posto che la vista scorge è inquietante: un cimitero a cielo aperto, con croci di diverso tipo e di diverso colore (nere, blu e bianche). i colori distinguono il sesso del defunto, l’età e il tipo di decesso. ancora una volta sono gli occhi a colpirmi. mi guardano mentre seduti intorno alle croci mangiano, chiaccherano, ridono, a volte pregano...recitano litanie in un a lingua incomprensibile.
non fanno caso a noi anche se da lontano scatto qualche foto. sottovoce chiedo a raul perchè ci sono più croci una legata all'altra. penso ad una tomba comune, di famiglia. non è così. a chamula festeggiano i morti. come in messico, come in tutto il latino america. qui ad ogni ricorrenza aggiungono una croce. mi piace l'idea di ridere insieme ai propri morti e non piangere. è una visione più serena della vita e del distacco.
a 11 km circa, attraversando la collina c'è zinacatan.
l'impatto è meno suggestivo e affascinante. sembra più calmo, sereno. c'è l'immancabile chiesa bianca e fiori colorati per il paese. raul mi porta a case di una famiglia che mi fa assaggiare le tortillas come le preparno loro. ancora sul fuoco. sarà anche la fame allucinante che ho ma sono ottime e saporite. faccio il bis...e anche il tris...sorridono e mi offrono anche da bere!!!
la cosa che mi è sempre piaciuta di questa terra è la luce e il sole. i colori. mi ricordo che quando tornai in italia dopo la mia esperienza lavorativa in messico per mesi non ho più vestito di nero. delle ragazzine stanno correndo sotto il sole con delgi splendidi abiti ricamati e degli splendenti scialli turchesi. qui il grigiore nonsanno neanche cos'è. mi gardo in giro. respiro a pieni polmoni e continuo a camminare.