
ci sono diversi tipi di libertà, e ci sono parecchi equivoci in proposito. il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero. Jim Morrison 1968
domenica 7 giugno 2009
È domenica. Sono quasi le 10 del mattino e l’aria è fresca.
Sembrava venisse a piovere. Un nuvolone scuro e tanto atteso ci è passato sopra andandosene senza lasciare traccia.
Adesso il sole splende ancora. Da qualche parte starà piovendo.
Le domeniche sono giornate particolari.
Sono in albergo tutto il giorno da sola perché è il giorno di riposo di Fernando e Araceli.
La domenica è una giornata molto tranquilla. Poche macchine. Pochi rumori. Playacar è più silenziosa del solito. tutti stanno con le famiglie. o sono in spiaggia. l'attività che senti durante la settimana oggi scopare. non ci sono i fornitori che girano, non ci sono gli operai delle case in costruzione...tutto scorre ancora più lento del solito.
L’albergo non è ancora pieno e mi chiedo quando lo sarà.
Spero che questa crisi, questa paura del mondo dell’influenza passi subito. Il nostro sogno purtroppo non dipende solo da noi ma dalla presenza di estranei…
È più di due mesi che sono arrivata e mi sembra di essere qui da anni. Quante cose sono successe.
Le giornate sono più lunghe e le cose che imparo e conosco si accavallano velocemente.
Venerdì è partito anche mio padre. mi manca la sua presenza. adesso sono veramente sola.ieri nel rientrare a cas per prendere il cambio e portarmi delle cose da mangiare ho sentito il suo odore. mi ha fatto strano pensare che ero in quella casa senza qualcuno. Niente Giovanni, niente Cristian e Monica…
Questo ultimo mese è stato abbastanza duro.
L’apertura di un hotel, la sua continua revisione, il suo continuo stargli dietro… tutte cose nuove in un paese nuovo e con una lingua che non è la mia.
Ogni giorno viene fuori qualcosa.
Questa mattina mi sono svegliata e per la prima volta da quando sono in hotel mi sono accorta che ho dormito per 7 ore. senza interruzione.
Niente temporali. Nessun rumore strano. Nessun nuovo arrivo…purtroppo.
Mi piace molto stare qui. In hotel.
Venerdì sera con Giovanni abbiamo discusso via skype per delle cose che dobbiamo sistemare con il vecchio proprietario… è peggio di una riunione di condominio… la lotta è più difficile. Speriamo di trovare un accordo. Almeno a metà strada. Ci sto mettendo molto qui dentro. Con gli occhi chiusi riconosco i rumori che il maya pakal mi porta. So quale porta si apre. Quale si chiude. Sento scorrere l’acqua che va fino in terrazza per riempire le cisterne… mi muovo come all’interno della mia casa di sempre. Sto imparando a conoscere ogni collegamento elettrico ed idraulico. So dove devo mettere le mani se un ripetitore del modem wi-fi si interrompe. Controllare, aprire e chiudere valvole dell’acqua. Contatori e pannelli di controllo. Ci sono ancora parecchie cose da fare, da sistemare… ma sento che ce la possiamo fare.
Con Araceli e Fernando sono stata fortunata. Lei è una ragazza molto in gamba. Sorridente, precisa e puntuale. Non ho bisogno di dirle niente. Arriva e fa. È propositiva e ha sempre una parola gentile per tutti. Fernando è dolce. È un ragazzone messicano di 28 anni che combatte con il suo essere latino e la consapevolezza che la donna con la quale ha deciso di stare, tedesca e molto più grande di lui, ha una visione della coppia che non è abituato a vedere.
la libertà di Gabi, il suo essere indipendente e consapevole di quello che è e che può fare ogni tanto lo disorienta.
E’ serio ed onesto e ci tiene moltissimo che il Maya Pakal cominci a lavorare bene.
Sono tranquilla quando è solo in reception ma non riesco ad allontanarmi dall’albergo se proprio non è necessario. Se non ho un appuntamento in città o devo andare a comprare qualcosa… sono sempre stata così.
Ma qui devo imparare a mollare un pochino.
Ieri Jorge mi è passato a prendere per portarmi fuori dal perimetro della Plaza.
Mi ha portato a mangiare in spiaggia al Playa Mamita. Il mare era stupendo. Di un azzurro intenso e limpido. La spiaggia bianca e pulitissima.
Abbiamo mangiato cheviche (vedi riquadro a sinistra) e bevuto una bottiglia di vino bianco cileno. A noi si sono aggiunti due amici.
Alle 3.00pm dovevo rientrare.
Pranzo offerto, mi ha fatto accompagnare al taxi da un cameriere e mi ha pagato la corsa fino a destinazione. È stato carinissimo. Un signore. Sapendo molto bene la sua situazione finanziaria. Ero quasi imbarazzata e impacciata ad accettare da lui queste cose. Ma sembrava più una questione di orgoglio latino: qui siamo in messico. E tu sei una donna. Sono io in difetto che non ti riaccompagno a casa. Si può solo accettare!!

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