"Le case sono il nostro specchio, il posto creativo. La casa deve cambiare come cambia la tua vita e se cambi casa ti porti dietro qualcosa di quella precedente"
ho sempre cambiato casa. sono sempre stata abbastanza nomade e casa per me ha sempre significato un qualcosa di più spirituale che materiale.
la casa è quella che sento come valori degli affetti. me la sono sempre portate dentro. ognuno di noi ha la sua casa. il prorpio luogo dell'anima. stamattina leggevo la mail di una amica che per diversi motivi deve cambiare casa. lasciare la casa dove è cresciuta e dove si è sviluppata tutta la sua vita di donna e di madre. sento la sua paura, la sua tristezza ma sento anche che quel cambiamento sarà sicuramente l'inizio di qualcosa di nuovo e decisamente bello.
la casa è quella che sento come valori degli affetti. me la sono sempre portate dentro. ognuno di noi ha la sua casa. il prorpio luogo dell'anima. stamattina leggevo la mail di una amica che per diversi motivi deve cambiare casa. lasciare la casa dove è cresciuta e dove si è sviluppata tutta la sua vita di donna e di madre. sento la sua paura, la sua tristezza ma sento anche che quel cambiamento sarà sicuramente l'inizio di qualcosa di nuovo e decisamente bello.
so perfettamente cosa si prova a chiudere tutta la tua vita dentro delgi scatoloni e spostarli.
decidere se ci sono cose da tenere o da buttare. oggetti che hanno avuto un senso e un significato per quel posto, per quelle mura..da un altra parte non avrebbero più lo stesso significato...è una pulizia mentale. un riclassificare e ordinare dei ricordi. scoprirne di dimenticati e capire che altre sensazioni sono definitivamente passate. chiuse. che la tua vita oggi. in quel preciso momento ha un altro scopo.
decidere se ci sono cose da tenere o da buttare. oggetti che hanno avuto un senso e un significato per quel posto, per quelle mura..da un altra parte non avrebbero più lo stesso significato...è una pulizia mentale. un riclassificare e ordinare dei ricordi. scoprirne di dimenticati e capire che altre sensazioni sono definitivamente passate. chiuse. che la tua vita oggi. in quel preciso momento ha un altro scopo.
nei momenti più tormentati della mia vita, quando ho sognato casa, sognavo l'appartamento in via valsesia. vedevo la tappezzeria a fiori arancioni della cucina. il lungo corridoio, la sala grande... quando sogno casa credo di sognare un periodo. tutto è grande e luminoso in quei sogni. in quei sogni io ancora vedevo con gli occhi di quando ero bambina.. quando ancora stavo in cameretta con mio fratello. quando avevamo il gatto... un luogo protetto. dove ancora tutto mi sembrava facile. dove anora il futuro era ancora qualcosa di molto astratto. non ho mai sognato le altre case dove sono stata. non ho mai sognato la casa dove sono nata in piazza melozzo da forlì, la prima casa dove sono andata a vivere con la francesca in via bramante, la casa di londra o l'appartamento di via borgonuovo. la casa di sergio. ho sognato a lungo il messico... e qui ho deciso di vivere.
non ho mai sognato neanche la casa di mia madre. la casa di corbetta.
ognuno di questi luoghi ha segnato profondamente un mio cambiamento interiore. la casa a londra ha segnato il mio punto di partenza. la consapevolezza che ero pronta per iniziare una vita indipendente. fuori dalla protezione, involontariamente castrante, delle mura paterne... successivamente altre svolte sono identificabili con le case dove sono stata... ho girato l'angolo diverse volte nella mia vita. ho chiuso e riaperto diversi scatoloni. e ogni volta ne lasciavo uno del passato per portarmene dietro altri di nuovi... altri vuoti da riempire.
chiudere la casa di corbetta non è stato assulutamente facile. la decisione di venderla è stata molto, molto sofferta. solo adesso penso che ho iniziato ad arrabbiarmi con mio padre quando ha deciso di venderla. anche se capivo perfettamente le sue ragioni e sentivo il suo dolore nel vivere in quel posto, forse non l'ho mai accettato fino in fondo.
in quella casa io ritornavo figlia. potevo farmi coccolare e tornare a chiedere aiuto. era la casa dove nel week end andavo a svuotarmi la mente. a ricaricarmi. dove mi sdraiavo sul divano con i piedi in grembo a mia madre mentre lavorava a maglia e dove guardavamo stupidissimi telefilm. dove trovavo il pranzo pronto, e i vestiti stirati. la routine noiosa e frustrante di ogni luogo domestico. era casa. la casa che lei ha sognato per tutta un vita e che si è pagata con la pensione fino alla sua morte. era la sua casa. forse non la mia e non quella di mio padre.
in quella casa io ritornavo figlia. potevo farmi coccolare e tornare a chiedere aiuto. era la casa dove nel week end andavo a svuotarmi la mente. a ricaricarmi. dove mi sdraiavo sul divano con i piedi in grembo a mia madre mentre lavorava a maglia e dove guardavamo stupidissimi telefilm. dove trovavo il pranzo pronto, e i vestiti stirati. la routine noiosa e frustrante di ogni luogo domestico. era casa. la casa che lei ha sognato per tutta un vita e che si è pagata con la pensione fino alla sua morte. era la sua casa. forse non la mia e non quella di mio padre.
il cartello vendesi fuori dal cancello era per me come uno sfregio ad un'opera d'arte. delle visite degli acquirenti ricordo i piedi, le caviglie. non li ho mai guardati in faccia. rimanevo bloccata nell'ingresso senza portarli a visionare le camere, il primo piano, la taverna... erano intrusi. estranei. quasi non volessi che la trovassero interessante. poi un giorno è arrivata una coppia giovane con dei figli. ho visto i loro volti, i loro occhi. ho sentito la loro energia. avevano trovato la loro casa. sono entrati discreti, chiedendomi permesso. adesso vivono ancora li.
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